Il disturbo ossessivo compulsivo, spesso indicato con l’acronimo DOC, rientra tra le sindromi che il Manuale Statistico dei Disturbi Mentali classifica come disturbi d’ansia.
Quando non è collegata a delle situazioni patologiche, l’ansia è un elemento fisiologico che serve a ogni individuo per portare a termine molte attività quotidiane. Tuttavia, quando l’ansia assume una connotazione estremamente negativa e diventa un elemento invalidante per la vita di ogni giorno, è opportuno prendere dei provvedimenti e affidarsi a uno psicoterapeuta.
Come distinguere un momento di tensione e stress dal disturbo ossessivo compulsivo?
I sintomi del disturbo ossessivo compulsivo
Il DOC si caratterizza per la presenza di due sintomi spesso legati tra loro da una relazione causa-effetto. Quando un pensiero negativo si insinua in modo invasivo e persistente nella mente del soggetto, provocandogli un profondo senso di disagio, la reazione mirata a scaricare l’ansia e trovare un po’ di sollievo è mettere in atto dei comportamenti purtroppo poco funzionali.
La componente mentale del DOC prende il nome di ossessione, mentre la sua controparte fisica è la compulsione.
Molto spesso il soggetto affetto da DOC è consapevole dell’inconsistenza delle sue ossessioni, ma nonostante ciò si sente in dovere di esorcizzare la negatività attraverso un’azione compulsiva. Come fare allora a metter fine al circolo che alimenta l’ansia?
La terapia contro il DOC
Dal momento che il disturbo ossessivo compulsivo si manifesta su due livelli è necessario intervenire con una psicoterapia che possa avere effetti positivi su entrambi. È per questa ragione che la terapia che ha dimostrato di avere maggiori risultati sui pazienti ossessivi-compulsivi è la cognitivo comportamentale (TCC).
Grazie alle tecniche insegnate al paziente dallo psicoterapeuta, che lavora quasi come un coach, è possibile liberarsi dall’ansia e interrompere il vortice che fomenta le ossessioni e porta alle compulsioni in modo davvero efficace.